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Che ne dite di mettere qui tutti i documenti e le foto di tutte le PANDA che hanno corso? [:7] [:7]

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Mariane HOEPFNER
Pilote, France 1984:Pil.,FIAT PANDA 4 X 4

Evelyne DHELIAT
Co-pilote, France 1984:Co.,FIAT PANDA 4 X 4

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Hervé DE LABRIFFE
Pilote, France 1984:Pil.,FIAT PANDA 4 X 4
1985:Pil.,FIAT PANDA 4 X 4
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Claude DEVOYON
Co-pilote, France 1984:Co.,FIAT PANDA 4 X 4
1985:Co.,FIAT PANDA 4 X 4

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Jean-pierre BRASSINE
Pilote, Belgique 1983:Pil.,RANGE ROVER V8
1984:Pil.,FIAT PANDA 4 X 4
1985:Co.,LAND ROVER 109

Koen NOOTENS
Co-pilote, Belgique 1983:Co.,RANGE ROVER V8
1984:Co.,FIAT PANDA 4 X 4

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Cesare GIRAUDO
Pilote, Italie 1979:Pil.,FIAT CAMPAGNOLA
1984:Pil.,FIAT PANDA 4 X 4

??? CONTEGIACOMO
Co-pilote, Italie 1984:Co.,FIAT PANDA 4 X 4

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Herbert SCHUERG
Pilote, Suisse 1984:Pil.,FIAT PANDA 4 X 4

Hans UHLMANN
Co-pilote, Suisse 1981:Co.,TOYOTA HI-LUX
1982:Pil.,SUBARU 1800
1984:Co.,FIAT PANDA 4 X 4

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Hervé DE LABRIFFE
Pilote, France 1984:Pil.,FIAT PANDA 4 X 4
1985:Pil.,FIAT PANDA 4 X 4

Claude DEVOYON
Co-pilote, France 1984:Co.,FIAT PANDA 4 X 4
1985:Co.,FIAT PANDA 4 X 4

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Pascal WITMEUR
Pilote, Belgique 1985:Pil.,FIAT PANDA

Plastic BERTRAND
Co-pilote, Belgique 1985:Co.,FIAT PANDA

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Il 6 Gennaio 2007 due PanDAKAR condotte dagli equipaggi formati da Miki Biasion, in coppia con Tiziano Siviero, e dal francese Bruno Saby con l’italiano Rudy Briani sono partite da Lisbona alla volta di Dakar per affrontareil durissimo percorso, lungo 8.696 km.

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un folle viaggio a favore delle donne afghane
Giò e Villa: il primo si definisce un “pilota demente”, il secondo “un fumatore incallito”. Il loro motto in meneghino stretto è: “vün ignurant quell’alter püse” (”uno ignorante e l’altro di più”). A bordo della loro Fiat Panda 4×4 Van, Giò e Villa intendono percorrere in meno di quattro settimane fra i quattordici e i sedicimila chilometri (uno più, uno meno) che separano Milano da Ulan Baator, la capitale della Mongolia. Parenti e amici sono unanimi: la loro è una follia patentata. Ma una follia motivata da due scopi ben precisi: divertirsi come matti e aiutare chi ne ha bisogno nella corsa più pazza del mondo. Il team di Giò e Villa (battezzato “Tuff e Tadé“) parteciperà assieme ad altri 280 equipaggi alla quinta edizione del Mongol Rally. La partenza è fissata per domani, sabato 19 luglio, in tre città europee: Londra, Madrid e Milano. Sulla griglia del capoluogo lombardo, sono previste una quindicina di macchine italiane sconquassate (11 Panda, una Subaru, una Passat e due Renault) pronte a volare verso l’ultima frontiera dell’avventura automobolistica. Le regole della Mongol Rally sono infatti agli antipodi rispetto a quelle che contaddistinguono la Parigi-Dakar: si viaggia a bordo di utilitarie date per spacciate sin dai primi chilometri; non è prevista nessuna preparazione fisica; ognuno è libero di raggiungere la Mongolia come meglio crede, a proprio ritmo e senza Gps. Insomma, “una scampagnata” che dovrebbe risparmiarci le solite tragedie umane di cui la Parigi-Dakar ci ha purtroppo abituati. Ma ciò che rende il Mongol Rally un evento sportivo più unico che raro è il suo valore aggiunto sociale: lungo il percorso, ogni equipaggio è tenuto a raccogliere almeno mille sterline (circa 1.300 euro) che verranno destinate a organizzazioni umanitarie. I team in partenza da Milano hanno deciso di accendere i motori a favore di un progetto del Cesvi in Afghanistan. Tra un ostacolo e l’altro, piloti e co-piloti potranno compensare le loro crisi di nervi ricordandosi che i soldi raccolti daranno un contributo importante per le donne afghane della regione di Mazar-el-Sharif. L’iniziativa del Cesvi aiuta infatti le vedove colpite dai conflitti che hanno devastato l’Afghanistan negli ultimi decenni attraverso corsi professionali dedicati alla produzione di manufatti in seta. E come spiegare, se non con lo spirito di solidarietà che accompagna questa “folle” avventura, il successo incredibile riscontrato dal Mongol Rally in questi ultimi anni. Dal pugno di partecipanti dell’edizione 2001, la corsa ha attratto un numero sempre più alto di appassionati, pronti a tutto pur di dare una mano al mondo umanitario. Scorrendo la lista dei team, si scopre che c’è di tutto e di più: dall’equipaggio “Inform our Mothers” (”Informate le nostre madri”), composto da un ragazzo di indole molto pigra (Massimo), un dottorando dell’Università Orientale di Napoli (Stefano) e un patito di avventura e di solidarietà (Igor Maria), al solitario Edoardo (vedere per credere), vi sfidiamo a scovare un concorrente che abbia tutte le rotelle a posto. L’appuntamento, per chi ce la farà, è tra circa un mese a Ulaan Bator. Good luck